Werther in ufficio.

Mi sono girato curioso verso una scrivania poco lontana dalla mia postazione di lavoro. Moltitudini di schermi illuminano artificialmente i lineamenti dei miei colleghi. Siamo come polli dentro al pollaio. Nessuno si fa domande. Nessuno esula dal suo compito. Diligenti come galline battiamo le dita sulla tastiera, guardiamo uno schermo, spiamo silenziosi il vicino. Sono sicuro che Werther si nasconde qui dentro. Questo luogo lo esalta. Qui dentro può scomparire senza fare rumore. Questo è il luogo dell'inazione, dell'entropia dei sentimenti. Le persone si appiattiscono ai muri, la testa bassa persa in pensieri inutili. Werther è contento oggi. Ha capito che può spiare senza essere visto. Ha capito che può invidiare, maledire, spergiurare. Ti odio Werther. Presto ti troverò e non avrai scampo.

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