Werther pensa.

Il caro e vecchio Werther ci pensa sù. Lo vedo un poco stanco. Forse è l'aria d'autunno a farlo sentire vecchio e rassegnato. Mi godo la scena seduto sulla mia sedia, guardandolo, per nulla preoccupato. Farfuglia qualcosa che è più simile ad un borbottio sommesso che a un discorso sensato. Poi il rantolo si spezza, diviene gemito, poi calma rassegnata dopo un torrente di parole. Vedi Werther il tuo problema è sempre lo stesso. Io purtroppo non lo avevo capito. Adesso conosco la tua debolezza e la tua forza. Adesso conosco l'inzio e la fine del tuo male, del tuo potere. Adesso posso mettere fine al mio dolore, alla mia paura. Adesso caro Werther so dove cercare, dove trovarti. E ti verrò a prendere.

Werther in love.

La donna che mi siede accanto sbuffa. Non credo che si accorga della sua bellezza. Ride stupida per ogni cosa. La curiosità la spaventa. Ride per non pensare. L'abitudine è il suo rifugio, la sua scusa nei confronti della vita. Il diverso anziché attrarla la allontana, la respinge negli angoli delle certezze. La sfido con lo sguardo. Per penetrare nell'insensibilità. Ma forse è preconcetto fisiologico, forse insicurezza atavica. Oppure la semplice incertezza. Werther ti nascondi dentro fortezze della mente, della società. Werther ti esalti nel rendere difficile tutto ciò che è facile, ad escludere e non ad includere. Werther ti odio.

Werther in ufficio.

Mi sono girato curioso verso una scrivania poco lontana dalla mia postazione di lavoro. Moltitudini di schermi illuminano artificialmente i lineamenti dei miei colleghi. Siamo come polli dentro al pollaio. Nessuno si fa domande. Nessuno esula dal suo compito. Diligenti come galline battiamo le dita sulla tastiera, guardiamo uno schermo, spiamo silenziosi il vicino. Sono sicuro che Werther si nasconde qui dentro. Questo luogo lo esalta. Qui dentro può scomparire senza fare rumore. Questo è il luogo dell'inazione, dell'entropia dei sentimenti. Le persone si appiattiscono ai muri, la testa bassa persa in pensieri inutili. Werther è contento oggi. Ha capito che può spiare senza essere visto. Ha capito che può invidiare, maledire, spergiurare. Ti odio Werther. Presto ti troverò e non avrai scampo.

Werther a pranzo.

Sono andato a pranzo. Solito posto. Mi siedo e mangio con gusto. Intanto mi guardo attorno e lo cerco. Non lo trovo. Prendo il caffè. Con calma sorseggio e attendo il faccia a faccia. Ho finito. Mi alzo e vado verso la cassa. Ora devo pagare. Mi avvicino al proprietario. Rimane impassibile come chi è abituato a pensare che tutto gli sia dovuto e niente sia un dovere. Cerco di incontrare il suo sguardo. Lui mi ricambia. Ha paura. Smozzica parole e una cifra. Tendo i soldi e aspetto. Aspetto lo scontrino fiscale. Che puntualmente non arriva. Eccoti Werther. Ti ho riconosciuto ora. Ti giustifichi con frenesia. Non sai cosa dire, sei sicuro dei tuoi diritti, delle tue convinzioni, della tua confusione e ti difendi come meglio puoi. Eccoti Werther. Ti odio.

Odio Werther 2.0

Ho scoperto che Werther si trova a suo agio quando non succede mai nulla. Quando si crogiola nei suoi pensieri e si compiace di essere intelligente, di essere diverso dagli altri, unico. Werther detesta confrontarsi con gli altri. Il fallimento lo deprime. La vittoria lo esalta. Troppo facile, troppo umano. Oggi ho pensato che il caro e vecchio Werther può anche andare a farsi fottere. Vivere nelle idee non porta mai da nessuna parte. Conosco questa strada. Preferisco soffrire per un'ora di libertà piuttosto che rimpiangere un gesto della mano, uno sguardo, un sorriso. Non potrò tornare indietro ma vorrei pensare di non avere rimpianti solo rimorsi.

Perchè odio Werther...

Oggi come ogni mattina mi sono svegliato per andare al lavoro. Mi sono sommariamente lavato e vestito. Ho portato con me dei biscotti da casa e dell'acqua per non far arricchire il bar di fronte all'azienda in cui lavoro. Ho preso il solito autobus strapieno di persone accalcate: alcune nervose, altre tranquille, certe indifferenti alla vita. Appena arrivato in ufficio ho salutato con cortese entusiasmo i miei giovani colleghi e mi sono messo di buzzo buono a lavorare. Ad un certo punto mentre controllavo la pagina della mia mail ho pensato tra me e me: "Cazzo io odio Werther!" Ma perchè odio il celebre personaggio di Wolfgang Goethe? Ho letto con piacere il libro quando ero giovane e devo dire che mi è piaciuto. Quello che però proprio non riesco a sopportare di Werther è il suo modo di vedere la vita. Werther rappresenta tutto quello che odio in una persona e soprattutto in me: l'inazione cronica, il solipsismo, il nichilismo senza rimedio e l'incapacità di adoperarsi per qualsiasi tipo di progetto! Werther è il nemico che ogni giorno combatto dentro di me. Werther è il male di una società che conosce solo l'egoismo. Werther è la perdita di contatto con la vita: con i suoi sogni, le sue frustrazioni, le sue speranze, i suoi dolori, i suoi amori. Per tutto questo combatto Werther.

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